Piattaforma Concorsi in Veneto

Lo strumento per la ricerca delle opportunità lavorative offerte dagli enti regionali

 

Per la ricerca dei concorsi e degli avvisi di mobilità pubblici sul territorio regionale, la Regione del Veneto ha messo a disposizione una piattaforma che raccoglie le offerte presenti, permettendone una facile conoscibilità a tutti i cittadini interessati.

L’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Regione del Veneto aggiorna settimanalmente la pagina Concorsi in Veneto, nella quale è possibile prendere visione di tutti i concorsi, suddivisi per categorie e requisiti di accesso, banditi dagli Enti pubblici presenti nella regione. In particolare, sono presenti:

  • Assunzioni PA ex art.16 L. 56/87, ovvero le procedure di assunzione presso la PA per lavori, sia a tempo determinato che indeterminato, per i quali è sufficiente possedere la licenza media inferiore o aver assolto all’obbligo di istruzione;
  • Avvisi di mobilità, ovvero la procedura per il passaggio diretto di un dipendente di una PA presso altre pubbliche amministrazioni;
  • Concorsi per i quali è richiesto il diploma di scuola dell’obbligo;
  • Concorsi per i quali è richiesto il diploma di scuola secondaria di secondo grado;
  • Concorsi per i quali è richiesto un titolo di laurea;
  • Concorsi per dirigente;
  • Concorsi per l’area socio-sanitaria;
  • Concorsi per categorie protette L. 68/99.

Per ogni concorso e avviso è reso disponibile il link alla relativa pagina dell’Ente promotore, dove poter ottenere tutte le informazioni e perfezionare l’iscrizione.

Fonte:

https://www.cliclavoroveneto.it/-/piattaforma-concorsi-della-regione-del-veneto

Progetti di stage presso la Regione del Veneto per studenti e neolaureati

Fino al 31/12/2024 è possibile candidarsi inviando il proprio curriculum agli uffici regionali

 

La Regione del Veneto, in stretta collaborazione con le università locali, ha programmato decine di progetti di stage rivolti agli studenti e ai laureati da meno di 12 mesi delle Università Ca’ Foscari Venezia (40 posti), Università IUAV di Venezia (12 posti) e Università di Padova (59 posti). Tali progetti sono trasversali e aperti a candidati provenienti da tutte le facoltà, da quelle umanistiche per progetti di supporto alle attività della Direzione del Presidente, di monitoraggio e comunicazione, a quelle tecnico – scientifiche, per incarichi che spaziano dall’ambito economico alle scienze ambientali, ingegneristiche ed informatiche.

I contratti proposti sono di tirocinio con durata variabile da 3 a 6 mesi a seconda di quanto previsto dal singolo progetto.

Nella pagina concorsi e stage del sito della Regione del Veneto è possibile visionare gli elenchi contenenti, per ciascuna Università, tutti i relativi progetti di stage, con le indicazioni sulle facoltà interessate e i riferimenti degli uffici regionali ai quali poter mandare, direttamente via mail, il proprio curriculum vitae per la candidatura. I curricula, da inviare entro il 31/12/2024, verranno poi esaminati dalle strutture regionali in vista di un eventuale colloquio con il candidato stagista.

Per maggiori informazioni sui progetti e sulle modalità di candidatura è possibile contattare l’ufficio dedicato della propria Università, oppure la Direzione Organizzazione e Personale della Regione del Veneto alla mail risorseumane-stage@regione.veneto.it.

 

Fonte: https://www.cliclavoroveneto.it/-/progetti-di-stage-presso-la-regione-del-veneto-per-studenti-e-neolaureati

Chiusura Estiva Ufficio Informagiovani

📢Chiusura Estiva Ufficio Informagiovani
🏖 Dal 6 al 26 Agosto i nostri sportelli saranno chiusi.
Riapriremo martedì 27 agosto presso gli sportelli di:
– Teolo dalle 10.00 alle 13.00
– Rovolon dalle 15.00 alle 18.00
Ricordo che nel nostro sito www.retegiovani.it potete trovare il calendario con le aperture e gli orari dei nostri sportelli!
Per fissare un appuntamento telefonare o scrivere un messaggio WhattsApp al numero 344 0966075 oppure inviare una email a info@retegiovani.it
Buona Estate! 🤩

ARRAMPICATA SUI COLLI EUGANEI

🧗‍♀️Giovedì 25/7 #neon ti porta sui Colli Euganei sulla parete naturale di Rocca Pendice per una giornata all’insegna dell’ARRAMPICATA

🪨Con il supporto di due istruttori di @equilibero_associazione , affronterai i percorsi più adatti alle tue abilità (quindi, che tu sia principiante o pro, avrai modo di divertirti!)

🗓️ Quando – dove – come: giovedì 25 luglio dalle 9 alle 18
Le attività si svolgono a Rocca Pendice, nel comune di Teolo. In base ai punti di partenza delle/i partecipanti ci piacerebbe organizzare un car sharing: quindi se non sai come arrivare intanto iscriviti, che poi lo capiamo insieme 🌻

Oltre ad essere gratuito, ricevi 28 euro per la tua frequenza al laboratorio

 

Fonte: https://linktr.ee/neon_padova

Iscrizioni al seguente link: https://www.cognitoforms.com/JobCentreSrl/RichiestaDiPartecipazioneArrampicataNeON

La solitudine fa rumore: concorso artistico per giovani di età compresa tra i 15 e i 25 anni

Accendi la tua creatività e fai rumore!!!

E’ aperta la partecipazione al Concorso artistico-sociale per giovani tra i 15 e i 25 anni compiuti, domiciliati a Padova e Provincia.

Un’occasione unica per esprimerti utilizzando il canale espressivo che preferisci nell’ambito delle arti visive, performative e letterarie.

Esplora e racconta dal tuo punto di vista il tema della solitudine passando per sogni e futuro!

Consulta il regolamento e iscriviti tramite questo form entro e non oltre l’8 settembre 2024.

Per informazioni scrivere a acli.padova@gmail.com oppure chiama il numero 049697509

Per ulteriori informazioni e per scaricare il regolamento del concorso accedi al link: https://www.aclipadova.it/news/index/index/idnews/453/la_solitudine_fa_rumore:_concorso_artistico_per_giovani_di_et%C3%A0_compresa_tra_i_15_e_i_25_anni.html

 

Fonte: https://www.aclipadova.it/index/index/id/1/HOME.html

 

EURES: 30 anni di lavoro equo in Europa

La rete europea dei Servizi Pubblici per l’Impiego festeggia quest’anno il 30° anniversario e celebra, con una campagna di 12 mesi, tre decenni di lavoro e cooperazione per la mobilità professionale equa e sostenibile in Europa

 

Inaugurata nel 1994, la rete EURES nasce dall’impegno dell’Unione Europea per la promozione della libera circolazione dei lavoratori, con l’obiettivo di rimuovere le barriere all’occupazione e consentire l’accesso ad eque e sostenibili opportunità professionali oltre i confini nazionali per tutti i cittadini.

Nel corso di 30 anni di attività, EURES è diventata un punto di riferimento fondamentale per coloro che desiderano lavorare all’interno dell’UE e per le aziende interessate ad assumere personale proveniente da un altro Paese europeo, attraverso una rete di oltre 1.000 consulenti specializzati in tutta Europa, capaci di fornire alle persone che cercano lavoro e alle aziende supporto personalizzato e gratuito.

Per celebrare questo traguardo, EURES ha lanciato una campagna annuale dal tema Lavoro equo in tutta Europa, iniziativa volta a sottolineare il ruolo di EURES nella promozione della mobilità dei lavoratori in tutta l’Unione Europea e valorizzare i servizi offerti a supporto dell’utenza, fra cui l’innovativo sistema di matching del portale EURES, le Giornate europee del lavoro online e molto altro.

Nel corso del 2024 è previsto in tutta Europa un fitto calendario di eventi di informazione e recruiting, accompagnato da campagne social nazionali e locali. Per restare informati sulle iniziative in programma, è possibile consultare il portale ufficiale della rete EURES: eures.europa.eu.

Per maggiori informazioni sui servizi offerti da EURES Veneto e per ricevere assistenza e supporto per la ricerca di lavoro o di candidati all’estero, è possibile contattare i Consulenti attivi in Veneto: www.cliclavoroveneto.it/eures.

Come non andare in pensione povero in canna

Come non andare in pensione povero in canna. L’importanza della pianificazione previdenziale.
Serata informativa organizzata in collaborazione con l’Informa Giovani Teolo.

Durante la serata veranno affrontati i seguenti temi:

– Perché c’è il problema previdenziale
– Teoria del ciclo della vita
– Cos’è il gap previdenziale
– Come costruire un futuro sereno

Ingresso libero. 

Mercoledì 8 Maggio – ore 21:00
Sala Bazzi – Via Euganea Treponti, 36 – Teolo

Fonte:

https://www.comune.teolo.pd.it/come-non-andare-pensione-povero-canna

Corsi Programma Gol

Incontro di presentazione di corsi afferenti al Programma Gol (Garanzia Occupabilità dei Lavoratori) sul territorio dei comuni afferenti alla rete di Retegiovani.

Per maggior informazioni:

Laboribus selezione@laboribus.it – 3515635661

Retegiovani info@retegiovani.it – 344 0966075

 

Colloquio di lavoro: ci sono domande che devono rimanere fuori?

Il colloquio di lavoro è uno strumento cruciale per la reciproca conoscenza tra datori di lavoro e candidati in cui va garantita la tutela delle persone e della loro privacy

Il colloquio di lavoro è un passo fondamentale nel processo di selezione del personale. Per una persona che si candida ad una posizione aperta, il primo incontro con quella che potrebbe diventare l’azienda in cui lavorerà va affrontato con preparazione, equilibrio e consapevolezza. Durante il colloquio, tra un candidato o una candidata e l’azienda si stabilisce un dialogo reciproco in cui entrambe le parti cercano di valutare se vi è un’adeguata corrispondenza tra le esigenze dell’una e le abilità e competenze dell’altro/a.

Per comprendere se vi è un allineamento tra le aspettative del datore di lavoro e le aspirazioni del candidato/a, tutte le domande sono lecite?

No: ci sono domande che non andrebbero fatte, che toccano aspetti legati alla propria sfera personale, familiare e alle quali non bisogna sentirsi obbligati a rispondere. Le richieste di un/a bravo/a selezionatore devono avere sempre come obiettivo quello di conoscere la persona che ha davanti, valutando le sue competenze e come possono essere impiegate efficacemente in azienda senza discriminare o violare la sua privacy. Domande che toccano la sfera privata legata al proprio credo religioso, allo stato di salute fisica o psicologica, all’orientamento sessuale, alle proprie opinioni politiche, all’appartenenza sindacale, alla disabilità, all’età, al genere, alle proprie origini o che fanno riferimento allo stato matrimoniale, di famiglia o di gravidanza non devono essere poste.
L’articolo 27 del Codice delle Pari Opportunità tra uomo e donna – Dlgs 198/2006 è molto chiaro, vietando domande come “È fidanzato/a?”, “È sposato/a?”, “Quanti figli ha?”, “Ha intenzione di avere figli?” non solo in un colloquio di lavoro ma anche quando si affronta una selezione per accedere ad attività di orientamento, formazione, perfezionamento e aggiornamento professionale. Eventuali deroghe sono ammesse soltanto per mansioni di lavoro particolarmente pesanti individuate attraverso la contrattazione collettiva. È in virtù di questo articolo e del principio di parità che lo ispira che in tutti gli annunci di selezione o nei concorsi pubblici leggiamo la formula «dell’uno o dell’altro sesso», fatta eccezione per i casi in cui quest’ultimo sia un requisito essenziale per la natura del lavoro o della prestazione. Cosa che, in realtà, è ammessa unicamente nell’ambito delle attività della moda, dell’arte e dello spettacolo dove, in molti casi, la selezione di candidati o di candidate è essenziale per mostrare un abito prodotto o recitare una parte in teatro, al cinema o in televisione. Sempre secondo il Codice delle pari opportunità, le domande inopportune sullo stato di maternità o paternità, sia naturale che adottiva, riguardano anche la richiesta di esplicitare informazioni su come si gestisce la propria famiglia come ad esempio la presenza o meno di una baby sitter o dei nonni che possono accudire eventuali figli.

Chiedere durante un colloquio di lavoro informazioni sulle proprie idee politiche, sulla propria fede religiosa e sulla propria nazionalità od origine è vietato in relazione al Dlgs 215/2003 – Attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica.

Anche lo Statuto del Lavoratori vieta chiaramente “al datore di lavoro, ai fini dell’assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore, nonché su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore”.

Le normative per affermare le pari opportunità e intervenire contro le discriminazioni sul lavoro non riguardano solo l’Italia: anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia e in Germania esistono interventi per prevenire le discriminazioni.

Perché almeno una volta nella vita, in un colloquio di lavoro la maggior parte delle persone si è sentita porre domande discriminatorie come queste?

È evidente come queste domande non portino il datore di lavoro o il recruiter a conoscere dati rilevanti per valutare le competenze, le capacità e le esperienze del candidato/a in vista di un inserimento in azienda. Oltre a mettere a disagio la persona sottoposta ad esame, a volte, le modalità con cui il candidato o la candidata risponde a queste richieste possono però indirizzare le scelte organizzative seppur fondandole su motivi discriminatori.

Nella maggior parte dei casi queste domande nascono dall’idea che, ad esempio, la situazione coniugale o familiare possa essere di ostacolo alla capacità di svolgere un ruolo professionale impegnativo; che il periodo di assenza dal proprio posto di lavoro per maternità/paternità significhi una perdita di competenze del lavoratore o della lavoratrice e dell’investimento fino ad allora fatto dall’azienda; che una persona con figli o con genitori anziani debba farsi carico dei familiari perdendo la capacità di investire sul lavoro etc. Per molte piccole aziende la paura di assumere una lavoratrice e doverla sostituire nel giro di un anno o due è un grande limite, economico e non solo.

La situazione è resa difficile anche da un contesto culturale e sociale poco favorevole a chi si occupa del lavoro di cura e che fa fatica ad accettare ed estendere modelli lavorativi che garantiscono un buon equilibrio tra vita privata e lavoro a tutti e a tutte, così come in altri Paesi europei si è fatto. Ad esempio, in Italia è idea comune che, nel caso della presenza in famiglia di bambini o anziani, sia la donna a doversi assentare dal lavoro quando si ammalano o hanno bisogno di cura. Del resto, nel nostro Paese si ritiene spesso quasi impossibile conciliare la creazione e la cura di una famiglia con una vita professionale di successo.

Va detto anche che non sempre i reclutatori intendono discriminare il lavoratore o la lavoratrice che hanno di fronte ma pongono domande legate alla sfera privata in modo ingenuo e senza alcun intento negativo, con l’obiettivo di risultare amichevoli e informali e mettere a proprio agio la persona che hanno davanti.

In altri casi, le aziende vogliono davvero sapere se la risorsa che stanno conoscendo sarà in grado di dedicarsi giorno e notte al lavoro, interpretando gli aspetti più personali come indicatori di quanto la persona possa sacrificare sull’altare del lavoro. Alcuni recruiter sono interessati a valutare il carico di energie impiegato che nella loro prospettiva viene sottratto a quanto è necessario nel lavoro. In questi casi, avere consapevolezza di quelle che sono le domande vietate in un colloquio può diventare un elemento di valutazione dell’azienda che si sta conoscendo. Questi comportamenti possono essere interpretati per capire il tipo di ambiente lavorativo e l’attenzione che l’organizzazione pone alle tematiche legate alla genitorialità, all’accudimento e più in generale al cosiddetto work life balance.

Come rispondere ad un/una recruiter che pone domande discriminatorie?

In casi del genere, è importante rispondere in modo educato e professionale. Si può cercare di riportare il focus del colloquio sulle proprie competenze e abilità, sulle caratteristiche del lavoro offerto eludendo la domanda discriminatoria. Un’altra opzione è quella di scegliere di mettere in dubbio la pertinenza della domanda osservando di non voler discutere della propria vita privata od osservando quanto essa esuli dalla descrizione del lavoro per cui ci si è presentati.
Unicamente nei casi in cui ci si senta a proprio agio nel sostenere il colloquio, si può anche decidere di rispondere alle domande illegali poste dal selezionatore. Forse l’HR o il datore di lavoro che sta conducendo le selezioni ha posto queste domande in modo ingenuo e senza alcun intento discriminatorio. In generale, se ci si sente sicuri/e, è bene comunque far osservare l’inopportunità della domanda: se, nel caso personale specifico, potrebbe non incidere rispetto al proprio accesso al lavoro, in altri colloqui ad altre persone la stessa richiesta potrebbe essere alla base di scelte discriminatorie. Promuovere una cultura di parità ed uguaglianza è compito di tutti noi.

La trasparenza del colloquio di lavoro a sostegno della parità tra i lavoratori

Nella primavera del 2023, il Parlamento ed il Consiglio europeo hanno dato una ulteriore spinta a garanzia di colloqui e annunci di lavoro non discriminatori, mettendo fine al segreto retributivo e rafforzando il diritto di lavoratori e lavoratrici ad avere informazioni chiare sugli stipendi. L’obiettivo della Direttiva 2023/970 – a cui tutti gli Stati membri dovranno adeguarsi entro giugno 2026 – è quello di ridurre il divario salariale di genere nell’Unione Europea, fenomeno individuato come uno dei principali ostacoli all’eliminazione del divario retributivo di genere (o Gender Pay Gap) che nel 2021 si attestava in Europa intorno al 13%. In altre parole, l’indicatore indicava come, per ora prestata, le donne guadagnassero in media il 13% in meno rispetto agli uomini.
Nonostante il principio della parità salariale fosse già sancito dai trattati europei (articolo 157 TFUEdirettiva 2006/54/CE), la sua applicazione è rimasta molto limitata in parte anche a causa di una mancanza di trasparenza che impedisce alle persone che subiscono una discriminazione retributiva di contrastare il fenomeno e presentare ricorso.
In base alle nuove norme, i datori di lavoro avranno l’obbligo di fornire alle persone in cerca di lavoro informazioni sulla retribuzione iniziale o sulla fascia retributiva dei posti vacanti pubblicati, riportandole nel relativo avviso di posto vacante o comunicandole prima del colloquio di lavoro.
Ai datori di lavoro sarà inoltre fatto divieto di chiedere ai candidati e alle candidate informazioni sulle retribuzioni percepite negli attuali o nei precedenti rapporti di lavoro.
Una volta assunti, i lavoratori e le lavoratrici avranno il diritto di chiedere ai loro datori di lavoro informazioni riguardanti i livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore oltre ai criteri utilizzati per determinare la progressione retributiva e di carriera, che devono essere oggettivi e neutri sotto il profilo del genere.

 

Fonte:

https://www.cliclavoroveneto.it/-/domande-che-devono-rimanere-fuori-colloquio-lavoro

#ILLAVOROINUNCLIC: consigli e strumenti per la ricerca attiva di lavoro

ClicLavoro Veneto propone una rubrica dedicata a chi sta cercando lavoro e desidera orientare la ricerca in modo efficace, combinando strumenti tradizionali e soluzioni personalizzate ed integrando abilità e inclinazioni personali con le competenze professionali

 

La ricerca di lavoro è un processo che richiede impegno, riflessione e pianificazione. Affrontare questo processo con una strategia ben definita può fare la differenza nel trovare l’opportunità professionale giusta per te. 

La rubrica di ClicLavoro Veneto #ILLAVOROINUNCLIC si propone di dare consigli pratici e suggerire strumenti concreti utili a guidarti nella ricerca di lavoro.

Scopri in 6 semplici passi come prepararti ad un colloquio di lavoro:

1. Raccogli informazioni sull’azienda
Prima di un colloquio di lavoro, è fondamentale conoscere l’azienda in cui desideri lavorare. Fai ricerche approfondite sulla missione, sui valori e sui prodotti/servizi.

2. Prepara domande e risposte
Preparati a rispondere alle domande comuni di un colloquio di lavoro, ma non dimenticare di preparare anche delle domande pertinenti da porre all’intervistatore.

3. Organizza i documenti
Assicurati di portare con te copie extra del tuo Curriculum Vitae, della lettera di presentazione e di eventuali referenze. Organizza tutto in una cartellina per trasmettere un aspetto curato ed ordinato.

4. Dimostra sicurezza
Mostra fiducia durante l’intervista, sia attraverso la postura che attraverso il linguaggio del corpo. Mantieni il contatto visivo, sorridi e sii sicuro delle tue risposte.

5. Ringrazia l’intervistatore
Dopo il colloquio, invia un’email all’intervistatore per ringraziare per l’opportunità e riaffermare il tuo interesse per il ruolo. Questo dimostra il tuo impegno e la tua cortesia.

6. Mantieni un atteggiamento positivo
Anche se non ottieni subito il lavoro, mantieni un atteggiamento positivo. Ogni colloquio è un’esperienza di apprendimento e potrebbe portare a nuove opportunità in futuro.
Guarda il video disponibile sul canale YouTube di ClicLavoro Veneto:

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